lunedì 28 ottobre 2013

32_è nato prima il copy o la gallina???

Si, lo so, lo so...ma dove cazzo ero finita...avete ragione, ma sappiate che non c'è sosta per la disoccuprecaria (a meno che non sia nella sua fase "disoccu", ovvio, e lì, le ore da riempire si sprecano...), ma la sottoscritta è nella fase training pre-natalizia e per tutti quelli che almeno una volta hanno vissuto il natale dall'altra parte della barricata, sapete che non c'è proprio niente da ridere.
E il peggio deve ancora arrivare. Ma vabbè...

Oggi vi racconto quella volta che, presa da attacchi isterici e convulsioni epilettiche, dopo le classiche dodici ore a computer alla ricerca di annunci, mi incazzo, mando affanculo tutti, soprattutto il bon ton da lettera di presentazione, e invio una mail gag a un'agenzia di pubblicità.
Ma proprio una mail da cazzona, intendiamoci.

Il posto era davvero interessante, si stavano (incredibilmente, data la situazione attuale) espandendo e hanno deciso di lanciare una "ricerca di cervelli", una sorta di gara, proprio via facebook, per trovare nuovi collaboratori.
Passano un paio di settimane (durante le quali ammetto di aver provato un piacevole senso di soddisfazione e liberazione per quella lettera fuori da anni e anni di schemi, convenevoli, leccate stereotipate e cordiali saluti annessi) e...mi mandano una mail!
A me! Alla coglionazza con la lettera cazzona! Ahahhahahahhah, stavo svenendo!!!!
Ragazzi, si trattava di fissare davvero un colloquio, niente insulti o robe simili!

Occhèèèi.
Pausa.
Cioè. No, è che in teoria per poter inviare tramite il form del sito la mia supersimpamegagag mail, si doveva precedentemente scegliere una delle posizioni proposte per cui ci si stava candidando...nello specifico:

* account? ....no, no, per carità!
* creativo/art director? ....ahhahahah, seeeh, seh!
* copy?

Copy?

"Il redattore pubblicitario o copywriter è la persona che scrive tutte le parole della pubblicità (testi per annunci stampa, affissione, radiocomunicati e telecomunicati, e così via). Lavora all'interno di una agenzia pubblicitaria. Insieme all'art director forma la coppia creativa...".

Così da wikipedia.
Non che non avessi idea di cosa potesse essere un copywriter, ma io vengo dalla tradizionale "lettere e filosofia", che da noi mica c'era un corso di laurea ccciòvane e dinamico come quello del copy. Yo.
Che poi io sono pure laureata in beni culturali. Chissà che visione polverosa avranno di noi quelli che studiano pubblicità...
Quindi il copy è uno che scrive. Tutto. Di tutto. Un camaleonte della comunicazione.
Beh, dai, figo! No?
Bèèèèllla! Ho trovato come candidarmi: sarò una copy!

Questo frizzante entusiasmo, ovviamente, prima di sapere di essere realmente presa in considerazione.
Ma quando il colloquio si stava per avvicinare un paio di ansie mi sono salite.
No dai, ansie no...
Voglio dire, sono abituata, i miei colloqui oramai sono visti più come materiale per il blog che reali momenti topici dove si decide del mio futuro lavorativo...maddààààiii!
E ora stavo per varcare la mia prima agenzia di pubblicità: che pettine!

Eccomi puntuale difronte al citofono.
Suono, "si, avanti dritto, segui la corte, giri a sinistra...". Mi ero già persa le indicazioni dopo l' "avanti dritto", ma poco male, ho un buonissimo senso dell'orientamento e faccia da culo Q.B. per essere certa di arrivare alla porta giusta in tempi ragionevoli.
Mi fanno accomodare ad un tavolo, pieno di riviste. Braaaaaavi, penso, almeno per una volta posso camuffare il momento-merdone dell'attesa sfogliando pagine su pagine, su pagine...su pagine...

Ed ecco che tocca a me.
Vengo scortata da una ragazza carina, che solo dopo scopro essere colei che mi ha scelta per le finali dei colloqui (ebbraaaava!), mi presenta il capo, ci sediamo in un'atmosfera tutto sommato molto informale e iniziamo a chiacchierare.
Cosa fai, cosa non fai, e soprattutto: "davvero complimenti per essere arrivata qui, perchè solo una piccolissima parte di tutti i cv ricevuti sono stati selezionati per i colloqui. A 600 abbiamo smesso di guardarli..."
Ahhhhhh, ebbbrava Marta, autopacca (poco convinta!) sulla spalla, e via!

Ma da qui in avanti viene il bello.
Detta brevemente, il tipo credeva (voleva credere, crederà ancora???) che io fossi una copy, a real one.
Studiata in scuole di copySS. Creando pezzi e partecipando a svariati concorsi, che tutt'ora mi sono sconosciuti, concorsi di copySSs'intende.

"Ahahhaha, guarda...ieri ho avuto una ragazza qui ai colloqui che non sapeva nemmmmmmmmeeeno cosa fosse davvero un COPY!!!!"

GULP.
Ma il sorriso stampato permaneva. Stoica Marta resiste e non si piega.
Tipregononfottermichiedendomicos'èdavverounCOPY. Ti prego bambino Gesù.

"...e poi le ho chiesto: Ma tu, quando scrivi??? E qual è il tuo metodo?? E lei sai cosa mi ha risposto?? No, dico, ahahhahahahha, sai cosa mi ha risposto????"

La goccia di sudore-da-panico era lì. Speravo solo non cadesse.
E con lei il mio sorriso inebetito.
La testa continuava ad annuire, bene.

"....mi ha detto che lei non ha un metodo, e che scrive nei ritagli di tempo!!!! ODDDIOOO! Ma si può?!?!? E per di più, per di più, senti questa: scrive e non-si-fa-pagare! Non si fa pagareeee! Ma io dico! Tu devi sapere il prezzo dei tuoi pezzi no?! No??!?!"

No, cioè. Io volevo morire!!!!!!
Voglio dire, si stava lamentando di una povera che sencondo me era pure studiata da copy, ma che poverina, probabilmente per gavetta (o schiavismo, che spesso coincidono), si era pigata a 90 a destra e a manca per cercare di fare il lavoro che voleva fare e adesso era lì, derisa dal tipo davanti a una coglionazza (io) che non sapeva se alzarsi e dire: grazie del vostro tempo, forse c'è stato un malinteso, io sono solo una cazzona, ciao ciao oppure trattenere il fiato, annuire, cercare di far intravedere il fatto che sul mio CV non ci fossero tracce di collaborazioni come copy e premi di scarabeo o quant'altro.
Ovviamente, paralizzata dall'ansia, ho giocato la seconda carta.
E, incredibilmente arrivammo, dopo una domanda-da-tipi-da pubblicità (se dovessimo dare un nome ad una nuova bottiglia d'acqua....come la chiameresti? E la mia geniale risposta: mica posso dirvelo su due piedi qui ci vogliono breefffffsss e analisi dei competitorZ...), arrivammo al grazieearrivederci.
Fiùùùù.
Ero incredibilemente uscita indenne.
Secondo me mi avrebbe presa a botte con dei faldoni se avesse scoperto la mia non copy-aggine.

Ma da questa esperienza, una profonda riflessione.
Non mi si turbino i veri copy che leggono, lo so che questo è un mestiere e che, come tale, vuole tanto studio e professionalità.
Ma io mi chiedo. Se sono potuta risultare "interessante" per un'agenzia di pubblicità, è possibile che io sia bannata da qualsiasi tipo di esperienza ai limiti del copy perchè non sono uscita da un percorso di studi studiato proprio solo per i copy??
Mi spiego meglio. Poco più di 10 anni fa, manco c'erano i corsi di laurea in copywriting.
E che? Nessuno scriveva per la pubblicità?
Ci saranno state persone che, uscite da lettere, hanno avuto la possibilità di imparare il mestiere da qualcun altro. E oggi saranno pure degli ottimi copy.
O no?

Step 2: il mondo ti vuole con in mano una carta che attesti quello che sei.
Occhei.
Vado a vedere corsi, magari serali, di copywriting. A me piace un sacco pensare di poter mettermi a studiare cose nuove!

Step 2: FAILED.
Una sola parola: elitarietà.

Una sola imprecazione: mavafffff!


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