lunedì 15 settembre 2014

40_wake me up when september ends: il crollo delle aspettative in una settimana di aspettativa forzata

Come un bambino bastardo che ti distrugge il meraviglioso castello di sabbia che avevi appena finito di costruire.











Ecco cosa sei per me, settembreduemilaquattordici.
Uno stronzo, ingrato, inutile mese.
Sei come tutti gli altri.
Sono sempre io che mi faccio illudere, che spero in te, che tu possa finalmente arrivare e rendermi felice, settembre del cazzo.
E invece no.

Delle mie aspettative un tantino alte sul mese in questione ne avevo parlato giusto l'anno scorso proprio qui, nel caso ve lo foste perso.

E ora ci risiamo.
Lui è arrivato, io ci ho sperato, e, alla fine, nulla è cambiato.
Ma non solo, a 'sto giro sembra che mi voglia proprio prendere per il culo.

Se dal disastroso punto di vista lavorativo sono al punto che il mio contratto è scaduto l'altro ieri e ora sono licenziata-a-tempo-determinato (giusto quello stacco imposto di una settimana per redigere un nuovo gratificante contratto di successo), è il resto che mi ha destabilizzato.
Cosciente del fatto che nulla di buono potesse avvenire su quel fronte (attendo il miracolo accendendo cerini e aprendo finestre su finestre da macromotori di ricerca), avevo deciso di investire il mio tempo nel fare qualcosa che mi desse un minimo di gratificazioni.

Il mio nuovo proposito per l'autunno era il corso di francese.
Stavo addosso al sito dei corsi di lingua in comune (gli unici che mi posso permettere) da mesi.
Mesi.
Perchè 'sta volta sarei arrivata per tempo, giusta per iscrivermi al test d'ingresso e iniziare la mia nuova avventura settembrina.
Poi, a fine agosto, finalmente, come un miraggio, eccole: le date per iscriversi ai test.
Bene, mi dico, in vista della mia settimana di licenziamento, mi metterò lunedì 15.
Prenotazione avvenuta con successo.

Successo. Yeah!
Questa sì che era la parola che volevo sentirmi dire da settembre.

Come ormai sarete abituati a prevedere, l'entusiasmo è durato poco.
Settimana scorsa mi chiama una tizia.
"Signora Marta?!"
Minchiacazzo sììì! Sono io!!!
Propostona bomba?!
"Chiamo dal comune di Milano..."
Prevedibile, ma occhèèi.
"Mi dica..."
"Ehm, purtoppo volevo avvisarla che il suo test è stato annullato".
"..." "...ma...ma come??????!!!!"
"Eh si, sa, abbiamo già raggiunto il numero sufficiente per fare le classi con i primi test d'ingresso, e poi tutti si sono affrettati a pagare l'iscrizione, per cui...eh, niente, non c'è più posto".
Avrei voluto mandarla affanculo, ma ahimè, non sono il tipo (uno dei miei difetti principali.
Me lo ricorderò se mai avrò un colloquio in cui mi chiederanno, tra le domande più imbecilli, di elencare i miei pregi e i miei difetti. "Al primo posto dei miei difetti metto che non so mandare affanculo le persone quando mi fanno incazzare, perchè se no, a questo punto, cara la mia recruiter, sarei il TUO capo".
Il tutto fissandola con gli occhi pieni di sangue e minacciandola con l'indice).

Oh, scusate. Le solite parentesi divagazioni-mentali. Ma, anche a queste, so che sarete abituati.

Beh morale, niente da fare, perchè "...da che mondo è mondo, chi prima arriva, meglio si accomoda".
Brucia, vacca!

E quindi, niente corso di francese, rimbalzata anche lì, ma ammè chemmenefrega, tanto io il libro già ce l'ho (comprato tipo a febbraio), e me lo faccio da sola. Tiè.

Ci sarebbero anche altre cose che potrei raccontarvi, tipo l'essere stata rimbalzata (più volte!) da agenti immobiliari. Ma fa troppo ridere, perchè solo io, sooolo io, posso venir rimbalzata da un agente immobiliare. Bah.
E poi non vorrei oberarvi di post, ultimamente immagino non riusciate a starmi dietro...ehhhhsssì!

Vabbè, facciamo che ci risentiamo ad ottobre, che è meglio.


giovedì 12 giugno 2014

39_corsa al concorso: rimbalzi pubblici/1

Cinquemesi.

Che, anche scritto tutto attaccato, non rende per niente l'idea di quanto tempo sia passato dal mio ultimo post.
Pensavate mi fossi rifatta una vita strusciandomi contro turgidi e coloratissimi palloncini (37_soffia che ti passa!), fatto del cash facile e fuggita verso spiagge caraibiche e ciaovaffanculo, vero?!?
E invece no, sono ancora stronza quanto prima: cinque mesi durante i quali nulla è cambiato,  se non il fatto che la scadenza del mio contratto si sia avvicinata paurosamente, ed ora siamo a -2. Mesi.
Ma vabbè.

Dopo questo noiosissimo (ma doveroso, data la latitanza) preambolo, veniamo a noi.
Che giusto giusto mi sono venute in mente un paio di esperienze da raccontarvi e sulle quali non si scherza un cazzo: parliamo di concorsi pubblici.

Agganciandomi all'ultimo post, 38_500 giovani per la cultura, bando a cui, per ovvi motivi, non mi sono nemmeno iscritta, oggi vi racconto due perle di concorsi a cui ho partecipato, da aggiungere con orgoglio al firmamento di rimbalzi avuti in questi miei gioiosi anni da disoccuprecaria.

Il primo risale ad un sacco di anni fa, non ricordo esattamente che anno fosse, forse attorno al 2009/2010, ed ha avuto luogo nella mia amata città natia.
Si, c'è dell'impercettibile ironia.

Il comune aveva indetto un concorso per un posto nella commissione della cultura, relativo all'organizzazione e alla progettazione di mostre ed eventi culturali.
Con un master fresco fresco sotto l'ascella, l'entusiasmo ancora ai picchi storici e tanta, maaa taaanta beata ingenuità (senza dimenticare la pressione esercitata dalle figure femminili della famiglia, madre in primis), mi sono iscritta.
Ricordo di essere arrivata con largo anticipo (maddai?!?) davanti alla sala deputata ai colloqui.
Che sì, niente scritti, tàààk, due chiacchiere e via.
E di essere stata due ore a fissare i nomi dei convocati.
Eravamo in cinque.
Solo cinque.
Cinquecinque per davvero.
Eh beh, miiiiinchiaaaa! Mavvvveramente?!?!?
Io mi vedevo già in tailleurino precisino e sorriso gommato a dirigere gli spostamenti dei manovalanti che trasportavano in piazza un Caravaggio originale, gentilmente avuto in prestito, grazie alle mie rinomate doti di contrattatrice, nientepopodimenoche dal Louvre...

Arriva poi una ragazza, e un ragazzo, di cui non ricordo nulla.
Lei invece aveva la mia età, e un sorriso timido, come il mio.
Ci salutiamo e ci scambiamo qualche impressione: la cosa ci sembra parecchio strana.
Ma l'emozione da pre-colloquio dà un pò alla testa e tutto, comunque e sempre, sembra piuttosto surreale...

Entra il primo ragazzo.
E rimaniamo io e lei, fuori.
Si perchè, degli altri due che sarebbero dovuti essere lì con noi, nemmeno l'ombra.

Dopo un quarto d'ora dall'inizio, sentiamo in lontananza un tacchettìo nervoso che rimbomba nel corridoio quasi a far tremare i vetri alle finestre.
Qualcuno era in ritardo.
Quel qualcuno si ferma a 10 passi da noi. E noi non ci possiamo credere.
E' la tizia che mancava all'appello!
Tacco dodici, vestiva il tailleur in cui mi ero immaginata poco prima, solo che a quello, aveva abbinati un sacco di accessori très chic, dei quali io ignoravo l'esistenza.
Borsa firmata alla mano, espressione scocciata e per nulla intimorita, sbuffa appoggiandola a una sedia, senza degnarci di un'occhiata.

Mi giro alla ricerca dello sguardo complice della mia compagna di sventura, ma non la trovo, e mi rendo conto solo in quel momento che l'evevo persa, era già dentro.

Io avevo capito tutto, ma la mia comparsata doveva ancora andare in scena.

Del colloquio non ricordo molto, anzi sì, una cosa me la ricordo bene.
Qualcuno mi aveva chiesto che cosa c'è alla base dell'organizzazione di una mostra.
Io ricordo di aver risposto una cosa del tipo "la necessità di divulgazione della cultura".
Potessi, andrei indietro nel tempo e mi abbraccerei, dalla tenerezza di questa risposta tutta ideali e ammmore.
Risposta sbagliata, by the way.
La risposta giusta erano i soldi.
"Signorina...ma senza soldi le mostre non si fanno!"

Whatever.

Com'è andata a finire?

Voci di corridoio parlavano di una tizia che già collaborava col comune da anni, senza mai essere stata assunta.
Una straziante storia di precariato, insomma. Si...mavaff....!
E come si fa ad assumere una persona in comune?
Si fa un concorso del cazzo!
YEEEH!!!

Comunque, tengo a precisare che, nelle graduatorie (ma si può parlare di graduatorie con quattro nomi?!?!!?), io, sono arrivata seconda.

E non c'è niente da ridere.


sabato 4 gennaio 2014

38_500 giovani per la cultura: il bando per giovani allo sbando

Età inferiore ai 35 anni.
Ok.

Voto di laurea minimo: 110.
E sticaaazzi.
Ma comunque, pure questo, ceeeeelo.

Posti ricercati: 500.
Apperòòò!

Ambito: cultura.
Digitalizzazione del patrimonio culturale i-ta-liia-no. Va letto bene scandendo "italiano" un pò alla fascio, che fa più serietà.
Maddaiiii?!?!

Ragazzi, basta, è fatta.
Adesso vi saluto col manino, faccio il mio concorsino al MiBAC che, su 500 posti, magari questa volta ce la si fa. Si, dai, ce la si fa.

Vado sul sito.
Leggo il bando.

Se vedete rotolare qualcosa dalla finestra sono le mie mammelle, cadute al suolo, rovinosamente.

Il bando ricerca brillanti (basta "brillanti" per un'armata di nerd che ha come voto più basso il 110???) professionisti laureati, al di sotto dei 35 anni, per un ambizioso, quanto ammirevole (meglio tardi che mai, dai-italia-dai), progetto di digitalizzazione della cultura.

Ormai ci sono abituata.
Tutti noi lo siamo.

Ma chi volete prendere in giro????

Questa è la prima frase che a me, e agli altri laureati cum o siienz laude, è passata nel cervello.

Allarme rosso gigantesca presa per il culo, FOTTITURA!!!, ripeto, gigantesca FOT-TI-TU-RA!!!!

E infatti, non è che ci metti poi molto a capire che ennesima figuraccia siano riusciti a fare.

Il bando è per un anno di FORMAZIONE.
Che poi, i professionisti trentenni, devono essere formati, si.
E' un pò come i parrucchieri che hanno fuori dalla porta il cartello: "Cercasi apprendista con esperienza".
Senza vergogna.

Ma Marta, basta con tutto questo acidume, che sei tu la prima sostenitrice del Long Life Learning.
Che ti iscriveresti domani ad un'altra facoltà.
O alla stessa, ma con un altro indirizzo, così, per essere più sadica.

Vero.
Ma non lo faccio, cazzaccio.
Perchè a trent'anni non ti puoi più permettere di non avere uno stipendio.

E, infatti, il MiBAC, ha pensato anche a questo.
Il contratto di formazione di un anno è pure retribuito.
Per 35 ore alla settimana 400 euro LORDI.

Che io poi me lo vedo un poraccio come me, che dice, massì, mò per un anno faccio la fame ma entro al MiBAc, mica da Mc Donald's.
Ma caro il mio trentenne illuso....ma che cazzo dici?!?!?!?
Il tuo discorso, come qualsiasi discorso su un qualsiasi stage, regge se quella formazione che tu fai (a titolo, ricordiamolo, quasi gratuito. A tal proposito il ministero sottolinea come non sia in alcun modo possibile fornire dei buoni pasto) ti viene ripagata, a fine stage, appunto, con un posto fisso(?) o con delle capacità che puoi rigiocarti sul mercato del lavoro.

Ma su che basi allora si fonda questo reclutamento di massa?
Poi prenderanno tutti?
Maaachecccccaaaaaaz?!?!?!?
...Beh...allora...i più meritevoli??
Maccchemmmminch??!?!?!

Nessuno.
Ma avrai un altro bell'attestato per pulirti il tuo sorry-ass.
E qui, l'inglese rende perfettamente.

Nessuna sicurezza, nessuna effettiva possibilità di rispendere le competenze acquisite.
Un anno della tua (inutile?) vita buttato nel cesso.
Con una pacca sulla spalla, se ti va bene, ti saluteranno e nessuno, due mesi dopo, si ricorderà più chi sei.
Sarai uno dei tanti.
E alla fine, tra chissà quanti anni, e quanti stagisti, la Bella Italia raggiungerà a fatica i suoi obiettivi di digitalizzazione del patrimonio culturale.

Il patrimonio umano, che vada pure a cagare.

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