lunedì 8 luglio 2013

23_l'agenzia/1: preludio di un successo

Luglio di un imprecisato anno della mia imprecisata vita pseudo-lavorativa.
Sono di nuovo disoccupata.
A ben vedere, sono per la PRIMA volta, disoccupata.
Ma devo dire che, ai tempi,  l'impatto con questo nuovo status non mi ha disturbata più di tanto: ero libera. Libera di trovare qualcosa di meglio. Libera di fare un passo in avanti alla ricerca del MIO tanto desiderato quanto confuso lavoro i-d-e-a-l-e.
Spallucce al fatto che fossero mesi e mesi che non avevo alcun riscontro dai civvì che mandavo, che alla fine fossi stata lasciata a casa ancor prima di aver trovato, non dico un lavoro, ma per lo meno uno straccio di colloquio.
Nessun vero smadonnamento.
Come ero zen. 

Ci credevo proprio. Che sarebbe arrivato qualcosa per me, intendo.
E, infatti, alla facciazza dei presi male, due settimane dopo, mi squilla il telefono.
Dall'altra parte una tipa di una grossa agenzia di recruiting che mi sta proponendo un lavoro che...cioè...potrebbe davvero essere quello che sto cercando! Si cazzo! Mi mancava solo lei a descrivermelo, perchè quello...quello era davvero un lavoro fighissimo!!!
Lavoro in un'agenzia di fotografi e videomakers, di quelli che seguono le sfilate in giro per il mondo e sono pure una realtà internazionale! Ciooooèèèè, ma vi rendete conto?!?!
Mentre la tizia mi inondava di informazioni per gasarmi a mille, io ero già a stolkerare il loro sito e mi immaginavo taccata e con una pettinatura di tutto rispetto alla Amy Winehouse, sorridente e super professional dietro una scrivania nera lucida piena di foto patinate.
Avevano fretta. (dajjje. Col senno di poi, era la keyword che segnalava l'imminente inculata. Chi ha fretta è nella mmmerda. Chi è nella mmmerda spesso vuole me. Io finisco spesso in posti dimmerda. Non fa una piega.)
Maccccccerto! Quando mi vogliono vedere?!? Vado anche domani!
Metto giù il telefono e ho il cuore a mille.
Daaa--i cazzo, daaaa---iiii cazzo, dai che ce la si fa! Ebbrava Marta!

Non ricordo bene l'arrivo al posto, quello che so è che le aspettative erano moooolto alte.
Mica farina della mia mente malata, è stata la tipa a telefono che mi ha raccontato tutte quelle cose, infarcite poi con frasi tipo "...una grandissima opportunità" e bla bla. Io non avevo fatto niente. Mi ero solo fatta un viaggio sui miei futuri outfits.
Mi aprono il portone.
Entro in un cortile.
Vado sulla destra.
Uhm. Tentenno. Sarà la miopia, ma non vedo nè finestroni, nè un andirivieni di modelle anoressiche. 
Mi avvicino ad una porticina. C'è un foglio in A4 con sopra il nome dell'agenzia.

Nodo alla gola.

Maccheccazzz, ma Marta, ma piantiamola con questi preconcetti!
La creatività si può nascondere anche dietro a una porticin...a cazzo si va qui?!? Nei sotterranei?!?!?

Pausa.
A sinistra un'altra porta. Sento il buzz del citofono che me la apre. Respiro. Apro.

Stanza vuota e polverosa.
Passa un tizio che mi saluta ed esce.
MOOOLTOBENE.

Vado fino alla seconda poticina di legno che vedo in fondo alla prima stanza.
E' aperta. C'è qualcuno.
Epppperchecazzo nessuno mi viene incontro?!?!?!!?!?
Foooooorte me lo chiedo nella mia testolina ma, vabbè, Marta, cazzo vuoi fare? Star ferma come una babba in una stanza vuota?

Varco la soglia.

Maròòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò!!!!
C'è un puttanaio micidiale!!!!!
Sei scrivanie (di merda, mica come quella laccata nera dei miei sogni) stavano sparpagliate a muzzo in questa lunga seconda stanza. Ogni scrivania era stracolma di carta, cartaccia e, per non formalizzarsi troppo, anche qualche residuo di cibo e roba non ben definita.
In fondo, sia da un lato che dall'altro, scatoloni ammassati sommariamente (e piuttosto precariamente) uno sull'altro, pezzi di macchinari impolverati, faldoni, carta, carta, carta e ancora taaanta carta. Forse dei ventilatori? Non ricordo. Oppure ho rimosso il rimuovibile.

In tutto ciò, nessuno mi aveva ancora cagata.

"Buongiorno!" dico con il sorriso tremolante..."...sono Marta".
Un ragazzo si alza (e grazie!), si presenta e mi dice che lui, e un'altro tizio saranno subito da me.
E vengo rimbalzata nella prima grande stanza con la richiesta di portarmi dietro una sedia, che di là, come vi avevo detto, non c'era una beata minchia.

Mentre attendo, sola,  nella stanza vuota, mi viene un pò da piangere.
Io che mi aspettavo un ambiente super dinamico e inquadrato ero finita in un cazzo di buco polveroso e caotico. Voglio una cazzo di spiegazione!

"...è che ci siamo trasferiti da poco. Non ti preoccupare, quando inizierai sarà tutto sistemato".

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