giovedì 12 giugno 2014

39_corsa al concorso: rimbalzi pubblici/1

Cinquemesi.

Che, anche scritto tutto attaccato, non rende per niente l'idea di quanto tempo sia passato dal mio ultimo post.
Pensavate mi fossi rifatta una vita strusciandomi contro turgidi e coloratissimi palloncini (37_soffia che ti passa!), fatto del cash facile e fuggita verso spiagge caraibiche e ciaovaffanculo, vero?!?
E invece no, sono ancora stronza quanto prima: cinque mesi durante i quali nulla è cambiato,  se non il fatto che la scadenza del mio contratto si sia avvicinata paurosamente, ed ora siamo a -2. Mesi.
Ma vabbè.

Dopo questo noiosissimo (ma doveroso, data la latitanza) preambolo, veniamo a noi.
Che giusto giusto mi sono venute in mente un paio di esperienze da raccontarvi e sulle quali non si scherza un cazzo: parliamo di concorsi pubblici.

Agganciandomi all'ultimo post, 38_500 giovani per la cultura, bando a cui, per ovvi motivi, non mi sono nemmeno iscritta, oggi vi racconto due perle di concorsi a cui ho partecipato, da aggiungere con orgoglio al firmamento di rimbalzi avuti in questi miei gioiosi anni da disoccuprecaria.

Il primo risale ad un sacco di anni fa, non ricordo esattamente che anno fosse, forse attorno al 2009/2010, ed ha avuto luogo nella mia amata città natia.
Si, c'è dell'impercettibile ironia.

Il comune aveva indetto un concorso per un posto nella commissione della cultura, relativo all'organizzazione e alla progettazione di mostre ed eventi culturali.
Con un master fresco fresco sotto l'ascella, l'entusiasmo ancora ai picchi storici e tanta, maaa taaanta beata ingenuità (senza dimenticare la pressione esercitata dalle figure femminili della famiglia, madre in primis), mi sono iscritta.
Ricordo di essere arrivata con largo anticipo (maddai?!?) davanti alla sala deputata ai colloqui.
Che sì, niente scritti, tàààk, due chiacchiere e via.
E di essere stata due ore a fissare i nomi dei convocati.
Eravamo in cinque.
Solo cinque.
Cinquecinque per davvero.
Eh beh, miiiiinchiaaaa! Mavvvveramente?!?!?
Io mi vedevo già in tailleurino precisino e sorriso gommato a dirigere gli spostamenti dei manovalanti che trasportavano in piazza un Caravaggio originale, gentilmente avuto in prestito, grazie alle mie rinomate doti di contrattatrice, nientepopodimenoche dal Louvre...

Arriva poi una ragazza, e un ragazzo, di cui non ricordo nulla.
Lei invece aveva la mia età, e un sorriso timido, come il mio.
Ci salutiamo e ci scambiamo qualche impressione: la cosa ci sembra parecchio strana.
Ma l'emozione da pre-colloquio dà un pò alla testa e tutto, comunque e sempre, sembra piuttosto surreale...

Entra il primo ragazzo.
E rimaniamo io e lei, fuori.
Si perchè, degli altri due che sarebbero dovuti essere lì con noi, nemmeno l'ombra.

Dopo un quarto d'ora dall'inizio, sentiamo in lontananza un tacchettìo nervoso che rimbomba nel corridoio quasi a far tremare i vetri alle finestre.
Qualcuno era in ritardo.
Quel qualcuno si ferma a 10 passi da noi. E noi non ci possiamo credere.
E' la tizia che mancava all'appello!
Tacco dodici, vestiva il tailleur in cui mi ero immaginata poco prima, solo che a quello, aveva abbinati un sacco di accessori très chic, dei quali io ignoravo l'esistenza.
Borsa firmata alla mano, espressione scocciata e per nulla intimorita, sbuffa appoggiandola a una sedia, senza degnarci di un'occhiata.

Mi giro alla ricerca dello sguardo complice della mia compagna di sventura, ma non la trovo, e mi rendo conto solo in quel momento che l'evevo persa, era già dentro.

Io avevo capito tutto, ma la mia comparsata doveva ancora andare in scena.

Del colloquio non ricordo molto, anzi sì, una cosa me la ricordo bene.
Qualcuno mi aveva chiesto che cosa c'è alla base dell'organizzazione di una mostra.
Io ricordo di aver risposto una cosa del tipo "la necessità di divulgazione della cultura".
Potessi, andrei indietro nel tempo e mi abbraccerei, dalla tenerezza di questa risposta tutta ideali e ammmore.
Risposta sbagliata, by the way.
La risposta giusta erano i soldi.
"Signorina...ma senza soldi le mostre non si fanno!"

Whatever.

Com'è andata a finire?

Voci di corridoio parlavano di una tizia che già collaborava col comune da anni, senza mai essere stata assunta.
Una straziante storia di precariato, insomma. Si...mavaff....!
E come si fa ad assumere una persona in comune?
Si fa un concorso del cazzo!
YEEEH!!!

Comunque, tengo a precisare che, nelle graduatorie (ma si può parlare di graduatorie con quattro nomi?!?!!?), io, sono arrivata seconda.

E non c'è niente da ridere.


2 commenti:

  1. Sono contenta che sei tornata!"rimbalzate" come sempre;-) eppure...secondo me questo silenzio significa che qualcosa sta girando per il verso giusto:-)

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  2. Ahahhahah, dici?!?! Bah, se qualcosa sta girando nel verso giusto non so...di certo non me ne sono accorta! :-P Hihihihi

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