martedì 22 gennaio 2013

03_la telefonata

Ho appena messo giù il telefono.

Stavo (stranamente) vagando tra un sito e l'altro quando mi è caduto l'occhio sull'annuncio: Cercasi Assistente Personale.
Scorro fino in fondo la pagina, mi accerto che non ci siano i cassici prerequisiti fuffa che mi avrebbero fatto cestinare il cv tempozero, e no, qui cercano davvero un'assistente. Laurea, computer, buon inglese. L'ormai rara noralità richiesta per una posizione del genere.

L'indirizzo! L'indirizzo cazzaccio! Com'è possibile che non l'abbiano inserito?!? Oh, maddddaaaaiiii! Non c'era neanche il telefono.
Le DP più sbarbatelle avrebbero gettato la spugna, ma io, di fronte a quell'annuncio, che sembrava NORMALE, non mi potevo mica arrendere così! 
Datemi dai 5 ai 10 minuti e vi scovo qualsiasi numero di telefono. Il cocktail perfetto della stalker lavorativa, di cui serbo gelosamente gli ingredienti...

Squilla.
Risponde una donna.
Saluto e chiedo se il numero era corretto, se quella fosse l'azienda che ha inserito l'annuncio.
Si, il posto era giusto, ma l'ufficio non c'è più.
Era il suo, tutto bene fino al 2011, ma l'anno scorso ha dovuto chiudere.

(BEEEEEENE!, BRRRAAAAVA Maaaarta, hai appena vinto il premio scovatrice di annunci più sfigata della settimana)

Trattengo il respiro.
Cosa devo fare, mica posso metter giù, ormai ho chiamato.

Ne segue una conversazione a tratti lucidissima e a tratti quasi surreale.
Capisco che la tipa in questione è una che ha avuto una grande carriera (e me lo confermano anche le pagine di internet), conosciuta e probabilmente davvero brava nel suo mestiere (che però non ho ancora capito bene quale fosse...ma a questo punto mi dico che sssò ddettagli).
Il suo tono è pacato e a bassa voce mi spiega che la situazione è quella che è, certamente non bella, che non ha più le forze di "battagliare" (testuali parole) e che quello che cerca adesso è una persona in stage.
Lei lo può fare lo stage?
Signora, in realtà con le nuove normative no...però...
Mi servirebbe un'assistente personale...per organizzare l'agenda, i contatti...e poi...che faccia un pò di tutto.
Tipo alle due il cane deve essere portato fuori.
Poi vede, spesso organizzo cene, ho a casa "il grosso della finanza"...se dovessi aver bisogno lei, per esempio, dovrebbe andarmi a prendere qualcosa al supermercato...

Azz. Sono in apnea.

Chiedo la remunerazione.
300 euro. Per tre mesi, sa, poi si potrebbe passare a 500.

Penserete a quanto incazzata potessi essere a quel punto e alla fine della telefonata, 25 minuti netti.
E invece no. E me ne stupisco anche io.
Perchè quella signora è stata onesta.
Si capiva da come parlava che non voleva fottermi, insomma, non chiedetemi il perchè, ma ne sono convinta (e, al che, gentilmente, le ho risposto che non avrei potuto accettare quel prezzo, soprattutto di fronte ad una condizione così instabile).
Mi ha continuato a ripetere, prima che io le dicessi di no, che se avessi trovato qualcosa di meglio sarebbe stata contenta per me.
Non so, c'era qualcosa nella sua voce di così famigliare...quel tono che tradiva la disillusione e la trisitezza di non avercela fatta.
Mi ha persino chiesto se, secondo me, sarebbe riuscita a trovare una ragazza. Una ordinata eh.
Certo signora, si figuri, siamo talmente tante senza lavoro che la troverà sicuramente.
Abbiamo parlato 25 minuti. Dopo i primi 10, la telefonata si è trasformata in una seduta di psicologia a distanza. Lei raccontava cercando di capire come si fosse arrivati a questo punto, e io che rispondevo alle sue domande, di come fossi arrivata a questo punto, che neanche da commessa vengo cagata.

Ah, se non trova proprio niente, mi richiami eh.

Certo signora.


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