lunedì 28 gennaio 2013

04_Linkedin: mille sfumature di autolesionismo disoccuprecario

Ci sono giornate difficili, mooolto difficili, dove inizi a disperare di potercela fare, dove ti senti incatenato e schiacciato dalla sfiga che è caduta sulla tua vita dal momento in cui ti sei presentato al mondo come "neolaureato", bello pimpante, gasato e pronto per spaccare nel mondo del lavoro.
Ad anni di distanza, ti rendi tristemente conto che l'unica cosa che hai spaccato, stracciato e calpestato sono le tue stesse palle (per non dire di peggio, che si sa, sono una signorina io).
Ma si sa anche che la DP in questione non si accontenta. In quei giorni, tormentati da pippe mentali infinite (ma cosa ho sbagliato?/ è tutta colpa del classico che mi ha rovinata/dovevo fare ragioneria(?) come diceva mia mamma/perchè ho fatto l'università?/perchè ho fatto il master??/perchè ho fatto il corso di grafica???/perchè non vado bene a nessuno?/ma allora sono io che non vado bene???/ESPATRIO/ESPATRIO/ESPATRIO, etc, etc.), manco farlo apposta, con un tempismo eccezionale, ecco che arriva LEI.
La mail da Linkedin.
O meglio, anzi, o peggio, gli aggiornamenti dei tuoi contatti di Linkedin.
Come a ribadirti che, tesoro, il mondo gira intorno atttè. Gente si fa contatti, si crea una cerchia della madonna, cambia persino la-vo-ro! (Tu ti eri dimenticata fino a quel momento che un tempo, quando eri "neolaureata", ancora si sentivano storie VERE di gente che faceva le proprie scelte in ambito lavorativo, tipo che iniziava in un posto, imparava, poi mirava ad un posto più figo e, con l'esperienza acquisita nel posto A, riusciva senza troppi sbatti ad entrare con successo nel posto B. Poi qualcosa è accaduto, ma devo essermelo persa.)
L'istinto è quello di cestinare immediatamente e dimenticare. Ma la psiche contorta della DP fa in modo che, volente o nolente, alla fine si ritrova sempre nella sua home dove spunta la foto del suo faccino sorridente (che cazzo c'avrò poi mai da ridere...) e sotto, un'ondata di notifiche create dai suoi attivissimi contatti.
Questo è ora in contatto con quella, quella ha fatto in tre anni una scalata professionale che manco negli anni '80 si poteva immaginare, l'altro ha cambiato lavoro e l'altra ha il piacere di aggiornarmi sulle sue nuove competenze.
Un'ondata di ottimismo mi pervade.
Sissì.
Soprattutto quando vedo che il mio profilo è aggiornato all'ultimo stage fatto per la gloria, il mio stato è ancora "looking for a job!" (col punto esclamativo eeeeeh, si scherza, mica son messa così male...) e le persone che hanno visitato il mio profilo negli ultimi 90 giorni sono sempre gli stessi 10 che mi segnalava 3 mesi fa. (A tal proposito mi viene il dubbio che Linkedin non metta il numero 10 come tentativo di trattenere qualche caso disperato come il mio che, dopo mesi, si scontrerebbe con la dura realtà del fatto che nessuno se lo caga, il suo profilo, e getterebbe -a ben ragione- la spugna).
Ma, non ancora soddisfatta del male procuratasi, la DP passa allo stadio topico dell'autolesionismo della disoccuprecaria alle prese col famoso social network.
In alto a destra.

PERSONE CHE POTRESTI CONOSCERE.

Ma chi cazzaccio vuoi che conosca? Se conoscessi davvero qualcuno che può aiutarmi a non essere qui a tagliuzzarmi le vene a colpi di mouse, secondo te sarei qui??!?!!

Linkedin è spietato, crudele.
E' il male.
In un attimo ti si aprono pagine e pagine di giovani dalle meglio foto, che ricoprono posizioni dai nomi accattivanti  in aziende....serie, conosciute, sperate, invidiate, FIGHISSIMEeeeeemacheccazzo!!!!!!!!!!!!!!!
Dove, doooove, doooooooove hai trovato l'annuncio per entrare lì???
Com'è possibile?!?!!? NON è possibile...è che...cioè, io...no, son sicura che....buaaaaaaaaaaaahhhhhh!!!!!!

Quello che segue è solo il degenero di quella che una volta era una speranziosa neolaureata, fiduciosa in se stessa e nelle aziende, che, prima o poi, l'avrebbero notata. Poi magari rimbalzata, ma mica si vuole tutto e subito, no?

Il tuo cervello è pappa.
Frustrazione e odio ti pervadono, imprecazioni e mani tra i capelli...
Pensi anche per un attimo di falsificarti il profilo e metterti come responsabile della didattica museale al MOMA, o come Communication Specialist, Digital PR sarcazzo per quella multinazionale pettinata o, andrebbe bene anche la receptionist alla Disney, o anzi no, facciamo redattrice, che tendo a tagliarmi le gambine anche quando m'invento posizioni.

Ecco.
E per oggi, anche basta.





1 commento:

  1. Ahahahahahah non ci credo! Anche io provo un grande senso di frustrazione davanti a Linkedin, ci sono un sacco di miei conoscenti alla lontana (ex compagni di corso) che hanno dei cv che paiono mirabolanti ma chi lo sa...nel mondo dei fanta-anglicismi anche un lavoro semplice come il commesso si trasforma in un esperto di "marketing & customer sales assistant" che fa tanta scena. Forse bisogna vendersi meglio :)
    (Il mio cv su Linkedin è schietto, sintetico e lo ammetto, tristissimo!)

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