domenica 22 settembre 2013

31_to the moon and back

E' che io c'ho i miei tempi.
Quelli sbagliati, ovviamente.

Luglio 2009, Marta mette il suo primo (e unico) piede sul suolo americano senza alcun tipo di aspettativa.
Si, l'AmeriGGa, ma a me piaciono le città europee, le nostre piccole bomboniere da scoprire, le stradine strette, le chiese romaniche, i posti che trasudano storia e storie.

Che ci sarà mai di esaltante in una mega metropoli?
Con questo non voglio dire che non fossi super felice di quel viaggio di studio con la cricca del master.
E poi a me parlare inglese piace così tanto...!
Finalmente avrei stalkerato esseri umani e inumani cercando qualsiasi appiglio pur di far conversazione (e sappiate che proprio così è andata. A South Orange (NJ) ancora oggi girano voci di quella studentessa esagitata che teneva banco con sconosciuti al Diner vicino alla stazione. MITO.)

Avrete capito che poi l'esperienza è stata a dir poco meravigliosa.
Vivere in un college (cioè una mini città residenziale arroccata su una collina verde! Maccchèèè èèè?!? figata!!!), dormire nelle stanze degli studenti (o degli acari?!?) che erano tornati a casa per la pausa estiva, fare colazione (e cheeee colazioooone!!!) alla mensa e poi prendere il treno ed essere nel cuore di NY in una trentina di minuti...vabbè, che ve lo dico affà.
E quello che arrivava dopo il viaggio in treno era ancora meglio.
Non vi sto a descrivere le classiche emozioni-da-babba-perlaprimavolta-a-new york, ma sappiate che si, ci sono state.

E poi i musei.
Dio mio, i musei.
Non entrerò nello specifico, ma vi dico solo che per tutto quello che non hanno da mostrare (cioè millenni di storia) hanno compensato fornendo ai visitatori un'esperienza educativa senza paragoni.
Servizi incredibili e una dedizione all'educazione museale da lasciare a bocca aperta. E braccia (cadute) a terra.
E poi, merda, lo scontro con la dura realtà.
Lo scontro di culture.
Vecchio (our little italy) VS Giovane (loro): al Guggenheim ho parlato con una VENTICINQUENNE che ha curato una parte di mostra su Kandinsky.
NO-FUKING-WAY!
Cioè, da noi se non hai almeno 50 anni non potrai mai essere a capo di un cazzo. Non potrai mai essere preso sul serio.
Venticinqueanni, per dio.

Al MoMa gli educatori ci hanno invitato a mandare il cv per l'internship annuale, dopotutto, ognuno di loro ha iniziato a lavorare al museo così.
Aaaaaah, occhèèèi.
Lacrime agli occhi pensando di nuovo come girano le cose (stage inclusi) nel nostro bello stivaletto.

Si, ok, erano altri tempi.
L'inizio della fine inzomma.
E io, bel bella, come tutti voi/noi, non me ne potevo rendere conto.
E, se pur col cuore spezzato a lasciare la terra del "tutto è possibile" (si, aveva venticinqueanni quella, non cinquantacinque, continuavo a ripetermi...), rientravo in Italia carica e pronta a far figate.

Perchèèèè, perchèèèèè, perchèèèèèè non ho mandato il mio bel curriculum fresco di master al moma subito dopo???
Perchè (cojona!) credevo che qualcosa per me si sarebbe aperto anche qui.
Perchè credevo in me e in quello che mi piaceva fare.
Perchè comunque, io potevo aspirare anche a volare un pò più basso rispetto a curare una mostra di Kandinsky a 25 anni. Che, tra l'altro, stavo quasi per compiere.
E le solite menate che già vi ho sparato.
Insomma, avete capito.
Beata ingenuità.
Ma non mi scuso eh, sia chiaro.
Dovevo farlo, non l'ho fatto al momento giusto.

Però....

....però a me 'sta cosa, ad anni di distanza (e centinaia esilaranti esperienze dopo), proprio non mi andava giù.
E allora?
Ehh. E allora alla fine io l'ho mandata la candidatura.

A parte che, già sono entrata in crisi per la lettera di referenze, che qui da noi non si usa e nessuno è abituato a richiederla e, tantomeno, a scriverla.
Grazie a dio le beate anime del museo di Brera non hanno finto indifferenza ma mi hanno aiutata ad avere uno straccio di lettera da presentare.
Daaaaaai, con la carta intestata del Ministero dei Beni Culturali quanto avrei spaccato?!?!!?
Step 2: cv + rispondere alla domanda: Perchè vuoi fare uno stage al MoMa?

No. Scusate.
E' la domanda più bastarda che potessero fare...
Tipo come se ti chiedessero: perchè vui fare una cosa stra fighissima?
Ma perchè è una stramegafigata cazzo!!!! E perchè altro, se no?!?

No, tranquilli.
Non ho risposto come una minchiona. Volevo solo dirvelo.

Dopo il lungo processo, da gennaio a giugno, il tanto temuto rimbalzo d'oltre oceano:
















Reapply next year?!?!?

Si vabbè, ai loro occhi, leggendo l'età, sarò sembrata una vecchia in stato confusionale in astinenza da pillole per l'alzheimer.

Dopotutto, li capisco.
Io, la cosa più figa che ho fatto a 25 anni è stata fare un viaggio a NY, non certo curare una mostra al Guggenheim.

Scusatemi il cazzo.


4 commenti:

  1. Anch'io ho mandato la mia candidatura al MoMA, e pure per più anni consecutivi. Se non mi hanno presa, però non sarà certo stato per l'età: io non l'ho scritta! Negli Stati Uniti, infatti, non va aggiunta nei curriculum la data di nascita perché (insieme al colore, al genere, alla religione e tutto il resto) potrebbe rappresentare un elemento di discriminazione.

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  2. Grande! Brava!
    Via, ovviamente si scherza, e sono assolutamente certa che non mi abbiano rimbalzato per l'età...certo che avere elementi "autoctoni" che a 25 anni hanno la capacità e l'esperienza di fare quello che ho descritto beh...non gioca molto a nostro favore...! :P

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  3. Anch'io avrei voluto rendermi conto di quante cose avrei potuto fare a vent'anni quando ne avevo venti e non adesso :/ Purtroppo invece qui si tende a credere di essere sempre troppo giovani per "fare qualcosa".
    Io conosco anche chi è entrato in università americane come docente senza grandi sbattimenti... Facciamo che non penso alle occasioni che mi sono persa ;)

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  4. Facciamo che non ci pensiamo insieme...! :D

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