giovedì 14 febbraio 2013

07_il primo lavoro pt.2: mutande, letti e caffè amari. conclusione e fuga.

Mentre ero in quella stanza a piegare le sue mutande continuavo a ripetermelo nella testa:
nonèpossibilenonèpossibilenonèpossibilenonèpossibile, martanonpiangere, nonèpossibilenonèpossibilenonèpossibile. Com'è possibile?!??!?!?

E invece, cazzo, si.

Però lì me lo sono ripromessa, un giorno avrei ripensato a quell'assurda situazione e c'avrei riso su, come solo io so fare.

Di chi erano le mutande?
Le mutande che mi sono trovata a piegare, insieme ai pigiami, alle calze, erano del "Presidente".
"Il Presidente" era appena stato eletto (??? non chiedetemi cose che non so, e che neanche allora volevo sapere, diciamo che avevo altri pensieri per la testa...) e, "Il Presidente", aveva deciso, venendo dalla lontana Svizzera, che una camera nell'ufficio non sarebbe stata male. 
Così, se una sera fosse stato stanco, avrebbe potuto comodamente trattenersi a dormire nella sua cameretta.
E, guarda caso, c'era proprio una stanza libera per lui, piena di scrivanie accatastate, computer rotti, sporcizia e cose di ogni genere.
Il nostro primo compito, mio e di una delle altre due ragazze di cui vi avevo parlato, è stato proprio questo: ripulire la stanza dalle cianfrusaglie, spostare enormi pannelli e poi pulire.
Per sistemare la cameretta al cazzo di vecchio svizzero.
Ho dei flash di quei momenti, e poi subito mi rivedo lì, in quella cazzo di stanza dove lui aveva fatto portare e montare, da noi, anche il suo merdoso letto.
Prendetevi pure del tempo per rileggere e metabolizzare.

Ma "Il Presidente", (ahahahhah, solo ora ricordo di averlo rinominato Alzy, perchè era evidente che avesse un principio di Alzheimer) era creatura piuttosto innocua. Rispetto al contesto, s'intende.
Mr. Burns proprio non lo sopportavo, perchè, cazzo, si, aveva proprio una faccia da stronzo, quella faccia da stronzo-che-ti-vuole-fottere. Ma vabbè, fortunatamente anche con lui cercavo di aver a che fare il meno possibile.

Al piano di sopra stava l'Altro.
L'Altro era il peggio di tutti secondo me.
Aveva un piano tutto suo e la terza ragazza stava su con lui. Era stata "eletta" a sua assistente personale.
Nessuno sapeva di che cazzo si occupasse, che cazzo combinasse là sopra. 
Dopo il colloquio con lui ero uscita dalla stanza frastornata. Non ci avevo capito una mazza. Ma proprio una mazza! 
L'Altro era il tipico viscido, vestito come Ruggero de Ceglie de I soliti Idioti, e ogni due per tre tirava fuori sue amicizie politiche, le cose che aveva fatto, e, soprattutto, dove saresti potuta arrivare con lui.

Ricordo quando mi invitò a bere un caffè al bar con lui.
E' stato il momento più brutto della mia triste vita da DP.
Perchè i Merda come lui non parlano chiaro, ti tirano frecciatine.
Ti dicono che devi essere tu a far capire a LUI se sei interessata...a fare carriera, certo.
Se solo avessi avuto le palle di rispondergli, ma ero così confusa, magari, mi dicevo, non ho capito bene quello che intendeva.
Cosa non si pensa per evitare di vedere la realtà per quello che è....
Io non riuscivo neanche a respirare, sarei voluta sparire.
Il mio sorriso di circostanza faceva proprio fatica a starmi appiccicato e, diciamo che ci stava perchè, più che altro, ero paralizzata.
Ovviamente da quel momento in avanti ho evitato di salire dal Merda, e, se l'ho fatto, è stato solo perchè mi è stato imposto.

Ormai le cose mi erano ben chiare. 
Dovevo scappare, e veloce, cazzo!
E così ho fatto.
Mi rimane solo la tristezza a pensare a quell'altra ragazza, che al tempo aveva 29 anni e che, alla mia domanda: ma sei pazza?? vuoi restare in un posto così???? mi ha freddamente risposto che con 29 anni sei "lavorativemente vecchia" e che la paura di non trovare più nulla era più grande di quella di stare in un posto del genere. 
Agghiacciante.
Di quel posto però ho anche qualche bel ricordo, questo devo dirlo. 
Ho incontrato tanti bravissimi ragazzi e ragazze che facevano con passione e serietà il loro lavoro. Tanti ragazzi che mi hanno fatto sorridere dopo situazioni al limite della raccontabilità, ed è sicuramente grazie a loro che sono sopravvissuta per quei tre luuuunghiiiissssiiiimi mesi.

Per la cronaca, da quanto ho appreso dalla ragazza sopra citata prima che mi facesse perdere le sue tracce, dopo poco dalla mia dipartita, arrivò la guardia di finanza che portò via Ruggero de Ceglie.
"Il Presidente" fuggì in Svizzera e qualcun'altro scappò con dei soldi e non si vide mai più.

E tutti vissero felici, e precari.

1 commento:

  1. Ma Dio Santo! Agghiacciante è il termine più adatto. Mi sono immaginata la scena, non so come tu abbia fatto a non scoppiare in lacrime. Poi in quegli anni in cui sei così insicura, in cui sei appena entrata nel mondo del lavoro e ti senti sempre poco adatta alle situazioni in cui ti trovi... capisco l'imbarazzo provato e il non voler credere alle allusioni, piuttosto si preferisce credere di essere pazze.

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